Rubrica: Do you speak Ecclesiastico?
in collaborazione con la Cappellania della Pontificia Università Gregoriana
LA PAROLA DI OGGI: ALLELUIA
Questa esclamazione di gioia, ricorrente in inni e orazioni, deriva dall’ebraico hallĕlū Yāh, parola composta da hallelu (‘sia lode’) e yah (prima parte del tetragramma sacro che indica il nome di Dio in ebraico e che non può essere né scritto né pronunciato per intero). La parola è rimasta invariata nei secoli passando attraverso il greco, il latino e diffondendosi in moltissime lingue.
SI PRONUNCIA "ALLELÙIA”
PROVERBI ED ESPRESSIONI IDIOMATICHE: possiamo trovare un riferimento alle origini antiche di questa parola nell’espressione “essere vecchio come l’alleluia”, usata in riferimento a cose o persone vecchissime. In italiano nel linguaggio comune la usiamo anche come esclamazione quando abbiamo intenzioni ironiche: “Dopo otto anni di università e mille difficoltà Gianni è finalmente riuscito a laurearsi...alleluia!”
CURIOSITÀ LINGUISTICA: il sostantivo alleluia è invariabile, ovvero mantiene la stessa forma al singolare e al plurale. In italiano possono essere invariabili nomi e aggettivi di vario genere. Ricordiamo i casi più comuni: sono invariabili le parole che terminano con una vocale accentata (al plurale avremo quindi i caffé, le università, le città), i nomi accorciati (le auto, le moto, le bici) le parole straniere non adattate (gli sport, i computer, le email), alcuni aggettivi che indicano il colore (i vestiti rosa, i guanti lilla).
PER RIFLETTERE: molte le miniature che accompagnano il libro dei Salmi, fra i quali esiste un gruppo detto salmi alleluiatici, poiché per la loro solennità iniziano e/o terminano con questa antica invocazione:
PER APPROFONDIRE: non tutti sanno che lo scultore che ha decorato la sala Nervi in Vaticano, Pericle Fazzini, negli anni Settanta scrive un bellissimo saggio: Resurrezione alleluia della materia.
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